RAI: oltre mille dipendenti in corteo a Roma contro il piano industriale, sciopero riuscito
12.12.2010 10:35
85% di adesioni allo sciopero e almeno 1500 lavoratori alla manifestazione in Viale Mazzini per chiedere la tutela dell'occupazione, il mantenimento del perimetro aziendale e la difesa di RAI Way. SLC CGIL, “la nostra firma sulle esternalizzazioni non ci sarà”, necessaria “una commissione anti sprechi che ci dica come vengono spese le risorse dell'azienda” » Il volantone |
![]() ![]() I dipendenti RAI incrociano le braccia e sfilano in viale Mazzini. Sciopero e manifestazione oggi (10 dicembre) per dire “no”: ad un piano industriale che, spiegano i sindacati “impoverisce la più grande azienda culturale del paese”; alla cessione di asset aziendali e, soprattutto, alla esternalizzazione del lavoro. Lo sciopero nazionale è stato indetto da SLC CGIL, UILCOM UIL, UGL TLC, Snater, Libersind-Confsal, e ha visto l'adesione anche dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti RAI.
Sono oltre 1.500 i dipendenti della RAI (registi, tecnici, montatori, autori e impiegati), provenienti dalle sedi regionali di tutta Italia, che hanno dato vita questa mattina, davanti agli uffici centrali della tv pubblica, ad un colorato corteo. 'La Rai siamo noi', 'Liberiamo il cavallo dai cattivi cavalieri' e 'No alle esternalizzazioni', sono alcuni degli striscioni portati in corteo dai lavoratori RAI, ma non solo, nel corso del raduno, diversi esponenti sindacali hanno esposto le loro ragioni dal palco. Tra i punti principali, il tema dell'occupazione, in particolare in relazione ai 2.000 precari dell'azienda pubblica; il mantenimento del perimetro aziendale e la difesa di RAI Way. Per quanto riguarda lo sciopero la SLC CGIL ha registrato un'adesione dell'85%. “Un primo risultato lampante – spiega la SLC CGIL in una nota - è che sono saltate tutte le trasmissioni in diretta fin dalla prima mattina”. I TG e i radiogiornali sono andati in onda in forma ridotta e sono stati introdotti dalla lettura di un comunicato unitario sulle ragioni dello sciopero. Dunque, secondo il sindacato dei lavoratori della comunicazione, “i numeri parlano chiaro: il piano industriale presentato dal Direttore Generale Masi e approvato dal CdA è stato nettamente respinto”. L’esito della giornata, dopo il referendum indetto dall’Usigrai, dimostra quanto oggi i vertici aziendali non rappresentino il sentire comune di chi vi lavora. “Siamo forti e questa manifestazione lo dimostra”, così il Seretario Generale della SLC CGIL, Emilio Miceli ha commentato la protesta di oggi. “Forte e determinante – ha proseguito il dirigente sindacale - è stato il contributo dei giornalisti RAI per la riuscita dello sciopero. Chiediamo al Cda di riflettere su questo sciopero”. In merito alle esternalizzazioni previste per gran parte della RAI ed in particolare di RAI way, Miceli ha osservato che “è indubbio che l'attività centrale dell'azienda sia quella trasmissiva”, invece, ha proseguito “vogliono dismettere le torri e la gente che lavora in questo settore dell'azienda”. Dunque risulta chiara la posizione della SLC CGIL: “la nostra firma sulle esternalizzazioni non ci sarà” ha sottolineato Miceli. Il leader del sindacato dei lavoratori della comunicazione fa notare inoltre, come in un momento di crisi, il Cda voglia continuare ad assicurare il dividendo politico, “forse, allora, - si è chiesto il sindacalista - i lavoratori e i sindacati sono gli unici che tengono alla RAI in questo paese. Ci chiediamo – ha aggiunto - perché i soldi finiscano nelle tasche di chi non si spende per migliorare l'azienda”. Infine la richiesta avanzata dal dirigente sindacale è quella di una commissione anti sprechi che "ci dica come vengono spese lerisorse dell'azienda” perchè, ha concluso Miceli “non si può continuare a ricattare i precari e cacciarli: altrimenti saremo di nuovo in piazza”. |
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