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| Marce per il lavoro: Camusso, priorità per il Paese l'occupazione e la riduzione delle disuguaglianze |
| Cortei a Roma, Enna e Perugia, prosegue così la mobilitazione della CGIL in preparazione dello sciopero generale. Lavoratori e lavoratrici in piazza per ribadire che dalla crisi si può uscire solo: rafforzando i diritti e la giustizia sociale » FOTO |
Prosegue la mobilitazione della CGIL in preparazione dello Sciopero Generale proclamato per il 6 maggio. Partite da Torino il 19 febbraio scorso, le 'marce per il lavoro i diritti e la democrazia' continuano ad attraversare tutta la penisola da nord a sud: dal Piemonte, al Veneto, dalle Marche, alla Puglia, alla Liguria, coinvolgendo numerosi lavoratori e lavoratrici delle tante realtà industriali in crisi.
Protagonisti di questa giornata di mobilitazione i lavoratori del Lazio, dell'Umbria e della Sicilia, che hanno sfilato nei cortei regionali di Roma, Perugia ed Enna, che si sono conclusi con gli interventi del Segretario Generale CGIL, Susanna Camusso e dei Segretari Confederali Serena Sorrentino e Vera Lamonica. Tre partecipatissime manifestazioni per ribadire che dalla crisi si può uscire solo: rafforzando i diritti e la giustizia sociale, attraverso la lotta all'evasione, tassando i grandi patrimoni e riducendo le tasse per i lavoratori dipendenti e pensionati; elaborando un nuovo modello di sviluppo a cominciare dagli investimenti nelle energie rinnovabili; abbandonando le derive privatistiche per i servizi e beni pubblici locali come l'acqua, i rifiuti, la salute e i trasporti e infine attraverso investimenti per la collettività che possano garantire una sanità per tutti, una scuola pubblica e una nuova politica dell'abitare. Per una 'rinascita fondata sul lavoro' che a Roma, pensionati, studenti, precari, disoccupati partiti dai tanti comuni della regione, hanno sfilato da Piazza Esquilino a Piazza SS Apostoli. Tanti gli striscioni delle aziende laziali in crisi: la Videocon, l'Eutelia, ma anche i lavoratori dell'ospedale di Pontecorvo e quelli degli appalti di pulizia nelle scuole statali in cui sono a rischio circa 5mia posti di lavoro. Assieme alle tante bandiere rosse della CGIL, anche quelle colorate della pace, affinchè quest'ultima "non sia difesa con atti di guerra" e come ribadito più volte nel corso degli interventi dal palco "pace e lavoro devo camminare insieme. Non ci sarà pace fino a quando continuerà ad esserci lavoro e nero e sfruttamento". Un forte pensiero è stato rivolto dalla leader della CGIL a tutti quei cittadini stranieri che in questi giorni hanno raggiunto Lampedusa “hanno diritto a ricevere accoglienza, mentre noi non siamo il paese dei respingimenti”. Il comportamento del governo davanti agli sbarchi serve, secondo Camusso “a dividere il Paese, a creare paura nelle popolazioni e distrarre gli italiani dai problemi come lavoro e fisco”. Riguardo al premier Silvio Berlusconi Camusso ha proseguito “non è un bello spettacolo che il presidente del Consiglio in una notte compra casa per diventare cittadino di Lampedusa, è uno schiaffo a tutti i cittadini italiani e soprattutto lampedusani”. Riferendosi al governo ha concluso “Il vostro tempo e' scaduto o saprete occuparvi del Paese o noi il Paese non ve lo regaliamo. Sappiamo che si può cambiare e cambieremo. Viva la CGIL, viva lo sciopero generale”.
In marcia ad Enna con le parole d'ordine: 'lavoro, legalità, pace'. Il corteo, partito intorno alle ore 10 da Piazza Europa e arrivato a Piazza S. Francesco è stato promosso, come spiega la CGIL Sicilia “per fermare l’arretramento dell’Isola e guardare avanti”. Nel corteo striscioni di ogni categoria, gruppi folkloristici, gonfaloni dei comuni dell’area. “La più grande manifestazione che si sia vista nella città di Enna - ha dichiarato la CGIL Sicilia - una citta che è terz’ultima in Italia per reddito pro-capite e scelta quindi come simbolo del disagio che vive l’isola”. A ribadire le ragioni della protesta di oggi, la Segretaria Confederale Vera Lamonica, che nel suo intervento ha dichiarato “è una grande manifestazione per chiedere che i temi del lavoro, dei giovani, delle donne del Mezzogiorno ritornino al centro dell'attenzione del paese. Per questo stesso obiettivo la CGlL ha indetto lo sciopero generale del 6 maggio, perchè la situazione cambi e si ridiano prospettive positive ai giovani, alle donne, ai lavoratori”. La dirigente sindacale, ha inoltre rilevato “il grande disagio che vive la Sicilia, con tassi di povertà e di disoccupazione particolarmente alti” e sottolineato “la necessità di politiche per invertire la rotta e modificare le attuali condizioni”. |
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orsan et haec olim meminibisse iuvabit
LA STORIA DELLA FISAC CGIL
Nei mesi successivi al 25 luglio 1943, con la caduta del fascismo, si incomincia a costruire la democrazia. Dopo venti anni di regime, molti ignorano il significato stesso della parola. Nelle aziende bancarie, assicurative e nella Banca d’Italia, le condizioni sono di totale frammentazione. Il ritorno alla democrazia richiede tempo e gradualità. Come primo passo, nelle zone d’ Italia liberata dalle truppe anglo-americane – come in Sicilia e a Napoli – e nell’Italia del Nord dove la Resistenza è più forte, si sciolgono gli odiati sindacati fascisti e si ricostituiscono le Commissioni Interne, abolite dal regime nel 1926. Il clima politico e sociale però incomincia a cambiare ed un primo timido ma significativo segnale viene proprio dalla Banca d’Italia dove nel 1962, con l’avvento di Guido Carli, si avvia per la prima volta, la prassi della concertazione che vara il nuovo regolamento del personale. Nel 1970 viene approvato Lo Statuto dei Lavoratori, si avvia il superamento delle Commissioni Interne, nascono le Rappresentanze Sindacali Aziendali. Nelle Banche viene sottoscritta la Convenzione per i diritti e le relazioni sindacali. Il sindacato esce dalla marginalità e sudditanza nei confronti della controparte padronale. Si entra a pieno titolo nel movimento: la confederalità impregna l’intera azione sindacale. La FIDAC si lascia dietro le spalle i residui di mentalità chiusa, isolata e corporativa della categoria. La discontinuità brucia i ponti col passato. Nel 1975 si sviluppa una significativa stagione contrattuale, nazionale ed aziendale, che intreccia la battaglia per l’occupazione e le riforme. Tra l’altro si pone l’obiettivo di raggiungere una situazione perequativa tra le diverse realtà aziendali dei nostri settori. Sono gli anni in cui molte donne entrano in banca e nel sindacato.
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Notizie
RIPARTONO I TAVOLI DI TRATTATIVA AZIENDALE
02.04.2011 18:50COMUNICATO STAMPA
20.02.2011 13:48Lavoro: CGIL, al via iniziative su 'democrazia e rappresentanza' e 'marce del lavoro'
16.02.2011 20:22Governo: Camusso, in un paese normale il premier si sarebbe dimesso
16.02.2011 20:20FIAT: il no della FIOM CGIL al piano per Mirafiori
24.12.2010 18:21Bankitalia: "Il 45% della ricchezza in mano al 10% delle famiglie"
20.12.2010 20:53Camusso a L'Aquila: "Città fantasma solo propaganda, favoriti gli affari"
19.12.2010 20:20Allarme Bankitalia sulle pensioni "Tenore di vita a rischio per i giovani"
19.12.2010 19:18"Investimenti e diritti" Presidio Fiom a Mirafiori
18.12.2010 18:49Fiat e contratto auto, Marchionne se la ride
16.12.2010 22:07Nuova lista
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20.02.2011 13:31Nuova categoria
La Busta Paga
07.12.2010 22:10Nuova categoria
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20.02.2011 13:31Nuova categoria
Camusso: patrimoniale e riforma fiscale per una nuova stagione
18.12.2010 19:38

Nelle banche, già a partire dal 2 settembre 1943, in pochi mesi ben diciassette Commissioni Interne sono ricostituite. Da subito si caratterizzano per le rivendicazioni economiche e per le significative lotte finalizzate a conquistare il diritto al lavoro.
di credito.
Anche in Banca d’Italia, pochi giorni dopo la Liberazione, il 13 giugno, si costituisce un Comitato Interno Provvisorio fondato dai rappresentanti del personale appartenenti al Quadripartito Politico, emanazione diretta del CLN. Il Comitato Interno Provvisorio si pone l’obiettivo, in via prioritaria, di ripristinare taluni organismi democratici aziendali, ma soprattutto di riammettere in servizio i lavoratori ebrei e i dipendenti licenziati a seguito dell’accusa di sovversivismo. 
nubilato per cui, in caso di matrimonio, l’azienda può procedere al licenziamento della lavoratrice. Sposarsi è considerato un reato. Tale norma sarà abolita solo nel 1963.
dell’avventiziato, le assunzioni per concorso pubblico.
Nel dicembre del 1969 comincia una stagione di drammatici attentati (passata alla storia come strategia della tensione) proprio con l'esplosione di un ordigno nella Banca Nazionale dell'Agricoltura a Milano.
rivendicare aumenti uguali per tutti e rivendicazioni sociali come principio di unità di classe.
Nel 1977 viene approvata la legge 903 che rappresenta la più importante svolta culturale nei confronti delle donne. Con questa legge si passa dal concetto di tutela per la donna lavoratrice al principio del diritto di parità nel campo del lavoro e si introducono i primi elementi di condivisione della cura dei figli. Sono battaglie che permettono di realizzare un’esperienza collettiva che in pochi anni ha trasformato le coscienze e la vita delle donne. La donna, oltre alla parità, rivendica il diritto all’autodeterminazione nella vita privata e nella società, rivendica il pane e le rose: il diritto a scegliere la sua vita, il diritto al lavoro e alla felicità.
Dopo solo pochi mesi, il 14 febbraio del 1984, la neonata FISAC vive una delle pagine più difficili della storia della CGIL: il lacerante accordo di San Valentino sulla scala mobile. Per fortuna, nel nostro settore, nonostante un duro confronto, i riflessi negativi saranno marginali.
Con la legge Amato del 1990 il sistema bancario, per anni disegnato come la “foresta pietrificata”, entra in una fase di rivolgimenti radicali: cambia il modo di fare banca, cambia il lavoro in banca. Nelle banche di diritto pubblico e nelle casse di risparmio cambiano soprattutto le regole e gli assetti contrattuali che incidono sulle condizioni di un’ampia parte della categoria.