Volantini e documenti
BCP
CAOS CALMO
Questo è ciò che sta accadendo nella BCP da quando è in atto la ristrutturazione.
Siamo stati in silenzio fino ad oggi per poter capire qual'è il progetto che la Banca intende perseguire; ora siamo qui a spiegarlo nei suoi risvolti e ricadute.
Non si tratta di una nuova riorganizzazione, ma di una vera e propria ristrutturazione che porterà ad un aggravio dell'operatività e dei costi senza creare sviluppo in azienda.
Si riprendono, se non addirittura si scimmiottano, alcune parti dei modelli organizzativi, talune anche obsolete, dei grandi gruppi bancari, e si tenta di applicarle alla BCP, mancante delle strutture adeguate e dove il personale, già numericamente al lumicino, non viene formato a rivestire i nuovi ruoli, nemmeno nelle cd. “filiali pilota”. Il progetto in questione si limita nei fatti ad unire insieme le due figure di addetto commerciale e fidi dandogli un pacchetto clienti di riferimento senza nessuna preparazione né alla gestione della clientela, né al lavoro da dover effettuare.
NON CI STIAMO:
- ad una riorganizzazione che non prevede un personale numericamente congruo ed adeguatamente formato. Senza questi due elementi, si avrà sempre e comunque un lavoro di qualità arrangiata se non scadente. La formazione, inoltre, deve essere allargata a tutto il personale, al fine di far partecipare alla corsa tutte le forze produttive della Banca. Dopo di questa, arrivare alla scelta dei migliori;
- ad un progetto che non determina con chiarezza ruoli, responsabilità, poteri, gerarchie. Questa ristrutturazione, ad esempio, pur stabilendo i tre responsabili per ciascun segmento di clientela, non è chiara sui loro compiti, ma, mettendoli a gara, innesca una concorrenza tra loro. Ne scaturisce da parte degli stessi una politica di forte conflittualità e di pressioni continue sui vari gestori/venditori al fine della collocazione di prodotti sul mercato. Non si capisce poi se questi gestori dipendano dal preposto o dal segmento di riferimento. UNA BABELE. La pressione, inoltre, cosa diventerà qualora gli obbiettivi non dovessero essere raggiunti? A chi sarà presentato il conto?
Non si può pensare, come affermato dalla dirigenza, che questo sia un processo a costo zero per l'Azienda. Non lo può essere, perché si tratta di creare una nuova figura di lavoratore, un quadro direttivo completo nella formazione, in grado di seguire il segmento assegnatogli in ogni suo bisogno, che agisce con un adeguato grado di autonoma, e di fornirgli tutto il supporto necessario, non ultimo quello tecnologico. A fronte di questo aggravio di costi, manca una concreta politica di sviluppo aziendale, la quale passa attraverso l’aumento della clientela e quindi attraverso una politica di tassi e condizioni concorrenziali e di presenza sui mercati di riferimento con mezzi e proposte concrete.
Perciò chiediamo che la Banca si attrezzi con personale, mezzi e deleghe adeguate.
Se ciò non dovesse avvenire e tale processo dovesse gravare ancora una volta sulle spalle dei lavoratori, non staremo a guardare; la CGIL sarà vigile ed attenta sulla questione affinché i diritti, le tutele dei lavoratori e le loro aspettative siano rispettate.
Torre del Greco, 06/12/2010 RSA FISAC-CGIL
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